
Addio SVE, Servizio Volontario Europeo
Nel corso di questa primavera, probabilmente vi è capitato di imbattervi in articoli, tweet o altro che promuovevano il lancio del programma “European Solidarity Corps”. Probabilmente, spinti dalla curiosità e magari desiderosi di capire cosa di nuovo l’Europa proponeva ai ragazzi dai 18 ai 30 anni, vi siete imbattuti in un nuovo portale.
Nel 2016, infatti, gli Stati Membri dell’Unione, hanno visto la necessità di investire nei giovani e hanno annunciato l’idea di un Corpo di Solidarietà Europeo per creare opportunità, così che essi potessero dare un contributo significativo alla società, dimostrare solidarietà e sviluppare le loro competenze, ottenendo non solo lavoro ma anche un’esperienza umana preziosa.
Leggendo questi ed altri propositi alla base del programma, chi lavora nel settore della mobilità giovanile, chi ha partecipato a progetti e attività inerenti non vedrà nulla di nuovo e dirà semplicemente: “Bè stiamo parlando del Servizio Volontario Europeo!”.
Quest’anno si sono celebrati i 20 anni della esperienza di mobilità giovanile regina di ogni Stato dell’Unione Europea. Lo SVE. Un nome, un acronimo che significa tanto per molte persone anche al di fuori dei confini europei. Un programma che ha offerto opportunità a tantissimi giovani e si è sempre distinto anche per la capacità delle organizzazione, associazioni ed istituzioni che lo implementano e lo sostengono.
Ebbene si, sin da subito erano troppe le analogie ed in questi giorni è apparso chiaro che gli European Solidarity Corps questo intendono fare: andare ad eliminare il Servizio Volontario Europeo così come lo conosciamo, inserendolo in un portale unico assieme a tutte le altre opportunità di mobilità a cui un giovane può avere accesso. Un giovane che risieda in Unione Europea sia chiaro, perché contrariamente allo SVE, gli European Solidarity Corps non permettono mobilità fuori Europa se queste non sono frutto di precisi accordi bilaterali (si sa, è sempre questione di solidarietà).
Il Consiglio Europeo sente l’esigenza di sopprimere un programma e parte dei suoi attori, perché vede il panorama di “opportunità di solidarietà, sia in termini di occupazione che di volontariato, piuttosto frammentato in tutta l’UE. Dove esistono opportunità, spesso c’è una mancanza di consapevolezza. La frammentazione porta anche a carenze quando si tratta di comprendere, documentare e convalidare ciò che i giovani hanno imparato ad impegnarsi in una particolare azione di solidarietà.” Sono queste le testuali parole che accompagnano la proposta europea in esame in questi giorni.
Per sopperire a carenze, si eliminino gli attori che hanno contribuito a far si che il Servizio Volontario Europeo divenisse ciò che oggi, ovvero le organizzazioni di invio e di coordinamento volontari. Le organizzazioni che informano sui progetti, che formano, che aiutano ‘prima, durante e dopo l’esperienza, facendo si che queste opportunità siano davvero aperte per tutti.
L’inglese non ti è familiare? Hai poca dimestichezza con il computer? Vuoi partire ma non sai come? Vorresti ospitare volontari nella tua organizzazione, nel tuo ente ma non sai a chi rivolgerti?
In questi 20 anni di SVE, moltissime persone si sono formate, moltissime associazioni hanno sopperito alle carenze dell’Unione Europea, rendendo questo programma davvero un’opportunità aperta a tutti ed ora per una non ben chiara ragione, le si elimina, eliminando con loro tanti giovani che vorrebbero cogliere le opportunità che gli si offrono ma non avranno gli strumenti per farlo.
Sino alla mezzanotte di oggi (venerdì 28 luglio 2017) vi è la possibilità di dare la propria opinione in merito a questa proposta, compilando il form attraverso questo link. Qui troverete anche le 60 pagine che la illustrano.
Speriamo di avere il vostro supporto.