
Katia: l’inizio della sua esperienza di volontariato internazionale in Perù
E così dopo quasi un anno di attesa, la partenza per il Perù mi attende!
Il 7 gennaio 2016 prendo il volo per l’esperienza della vita, che aspetto e per cui ho lottato con unghie e denti. Lascio l’Italia con tanta curiosità, gli abbracci più forti mai ricevuti dalla mia famiglia e dagli amici sulla mia pelle, la voglia di viaggiare nel mondo e dentro me stessa, e di conoscere una realtà completamente diversa da quella in cui ho sempre vissuto. Ma nessuna paura, lo aspetto da troppo!
Atterro a Lima, incurante del fatto che il vero viaggio sta per cominciare. Dopo 18 ore di voli e scali, mi aspetta un altro giorno e mezzo di bus vari e una notte a Trujillo, la seconda città più grande del Perù che dista solo 5 ore di viaggio da Huamachuco, la mia destinazione finale. In totale insomma il viaggio da Lima a Huamachuco dura più di quello dall’Italia al Perù. Ma va benissimo così, in solo 1 giorno e mezzo sono catapultata nella realtà peruviana di Lima e Trujillo. Assaporo subito la cultura latina.
La prima cosa che richiama la mia attenzione è il traffico e la congestione che caratterizzano Lima. Appena uscita dall’aeroporto prendo un taxi per raggiungere la coordinatrice del progetto ed il taxista Juan è un tipo simpatico e molto disponibile, ma il traffico di Lima non risparmia nessuno.
Non ci sono colonne di macchine o carreggiate, tutti si riversano tipo imbuto, tagliando la strada con noncuranza, cercando di passare il prima possibile in quella che sembra la corsa per la sopravvivenza. Capirò poi con il tempo che il traffico è una costante in tutte le città un po’ più grandi del Perù e che è pressoché impossibile trovare una macchina che non sia stata coinvolta in un piccolo tamponamento.
Dopo diverse ore di viaggio, arrivo alla mia destinazione finale: Huamachuco.
Piccolo centro sulle Ande, di circa 50.000 persone (senza contare i cani, loro costituiscono una popolazione a parte) che ha subito negli ultimi 15 anni uno sviluppo senza precedenti dovuto alla presenza di una miniera e una conseguente contaminazione che molte persone cercano tuttora di ignorare. Nonostante questo, resiste ancora la realtà campesina, una realtà fatta di campi, colori, sombreri, animali, semplicità e sorrisi.
Le case di Huamachuco sono molto differenti tra di loro. Nel centro della cittadina, dove c’è una piazza enorme ora recintata perché in fase di ristrutturazione e grande orgoglio per tutti i huamachuchini, le case sono colorate e con piccoli balconi che danno sulla piazza.
Un po’ fuori dal centro città invece, quando iniziano i quartieri un po’ più poveri, quasi tutte le case sono costruite con terra rossa molto diffusa, quindi sono sul rosso, rosato e con mattoni a vista, e senza l’intonaco.
Il mercato è forse la zona più brulicante di persone e attiva di tutta Huamachuco e si può trovare di tutto, ma proprio di tutto, dalla trucha (pesce tipico della laguna), a vestiti, polli vivi, pozioni magiche e curative etc.
Proyecto Amigo è il posto in cui lavoro e la mia casa, ed è anche la casa di tanti bambini che non vedono l’ora di iniziare le attività. E’ una grande struttura con aule per le lezioni, biblioteca, sala da pranzo, alloggi, la casa dei volontari e un grande patio dove all’inizio delle attività ci riuniamo con i bambini e dove loro giocano durante le pause. Inoltre sono presenti i servizi di panetteria e carpenteria, dove producono pane, dolci e pizze (buonissimi, e per la pizza li aiuto una volta a settimana) e di fianco lavorano il legno. A vederlo da fuori spicca su tutto perché le pareti sono ricoperte di murales colorati rappresentanti i bambini, la natura e i diritti che a tutti dovrebbero essere riconosciuti.
Proyecto Amigo è una realtà attiva da più di 20 anni qui a Huamachuco e che si batte all’interno della società civile in diversi contesti, ma sempre a supporto dei diritti e di chi voce non ne ha. Proyecto Amigo sviluppa principalmente progetti con bambini lavoratori e con bambini che provengono da situazioni difficili e da famiglie che vivono sulla soglia di povertà.
Quando sono arrivata, stavano giusto iniziando le “Vacaciones Utiles”. Durante quelle che sono le vacanze estive, all’incirca un centinaio di bambini frequenta il centro Proyecto Amigo, approfondendo materie scolastiche, la conoscenza dei loro diritti, giocando, frequentando lezioni che mirano a sviluppare le loro capacità manuali, di lavoro di gruppo e di relazione interpersonale. La situazione non è facile ma non avete idea della forza che tutti questi bambini sanno darvi e dei sogni che hanno nella loro testolina.
Proyecto Amigo fa parte della rete nazionale del NATs, niños y adolescentes trabajadores, della rete nazionale Muqui che si batte per la difesa e promozione dei diritti umani, con particolare attenzione ai diritti delle donne. Collabora con diverse associazioni per sensibilizzare sulla questione della mineria in Perù, collaborando in analisi certificate e riconosciute delle acque in modo da avere una prova certa degli effetti dannosi che questa attività molto spesso provoca ai danni dell’ambiente e soprattutto della salute delle persone che ci lavorano.
Il Perù
è un mondo di persone, colori, melodie, profumi, sapori
è contraddizioni dietro ogni angolo
è la povertà e la ricchezza nella stessa casa
è il sorriso e la forza dei bambini
è un viaggio dentro se stessi
è rendersi conto di quanto sono sempre stata fortunata
è affrontare le proprie paure più grandi
è sapersela cavare da soli
è persone affettuose e di gran cuore
è sentirsi come a casa
è sentirsi sola
è sognare per un futuro migliore
è sentirsi responsabili per se stessi e per gli altri
è uscire dal proprio piccolo mondo dove ci si sente al sicuro
è consapevolezza
è un’avventura nella natura
è saper cavalcare le onde
è trovarsi nel punto più alto mai raggiunto
è mangiare ceviche come se non ci fosse un domani
è la mancanza di casa.
Katia Bortolozzo