Green Enterprise. Training Course in Macedonia

 In Scambi culturali

Il progetto “Green Enterprise” è stato un interessantissimo corso di formazione di una settimana – dal 4 all’11 di marzo – sulle imprese sociali e green. Da un punto di vista formale si tratta di un Key Action 1 sotto Erasmus+ organizzato dall’associazione macedone Planetum in Strumica, cittadina a sud est della Macedonia.

Eravamo un gruppo estremamente eterogeneo con ragazzi dai 18 ai 35 anni proveniente da Italia, Macedonia, Spagna, Irlanda, Germania, Croazia, Romania, Bulgaria, Turchia e Lettonia. Nonostante il background dei partecipanti molto diverso, l’esperienza è stata altamente formativa grazie anche alle due trainer Inese e Ilze.

Il programma è stato ricco di momenti per conoscerci nei primi giorni e successivamente per approfondire le tematiche sulle green enterprise.
Che cos’è una green enterprise? Cosa non è? Qual è la differenza rispetto ad un’impresa normale?
È un’impresa che produce prodotti o offre servizi, che ha come scopo principale la risoluzione di problemi e non di avere profitto. Non è carità, ma un business reale, ma sostenibile che dall’inizio alla fine si occupa di tutelare l’ambiente e si preoccupa dell’impatto sociale (Muhammad Yunus). Senza dimenticare le 3P di Peter Fisk “People, Planet, Profit” su come la sostenibilità spinga alla crescita e all’innovazione.
Ma quali sono le caratteristiche di un buon imprenditore “green”? Quali sono le capacità, le conoscenze, i comportamenti, i valori che deve avere?
Divisi in gruppi sono state molte le risposte a queste domande: dalle conoscenze legali, ambientali, economiche; alla capacità di essere un buon leader, creativo, empatico…
E per capire tutto è meglio una visita ad un’impresa green e sociale del luogo: un centro di recupero per tossicodipendenti che coltiva ortaggi e frutta in maniera completamente biologica.

Non è mancato nemmeno il momento più turistico per scoprire un po’ meglio la regione, visitando così due monasteri del luogo.

A metà della settimana si è entrati nel vivo del progetto, la creazione di un’impresa green. Chi già aveva un’idea si è fatto portavoce di un gruppo per lavorare insieme all’ideazione. Tutto questo attraverso la tecnica del “design thinking”, un metodo per arrivare ad un prodotto o servizio finale partendo dalle necessità del cliente. Si parte infatti da una fase, la “mappa dell’empatia” in cui si indagano i bisogni di chi andrà ad usare il servizio o che ha il problema. Il secondo momento è proprio quello di capire quali sono le necessità reali e porsi la domanda di come si possa fare per risolvere questa situazione. Al che si può partire con la creatività e pensare a tutte le possibili soluzioni, anche quelle più strampalate, più insolite. Tra queste poi se ne sceglie una o due e si procede alla creazione del prototipo, con tanto di modellino. Alla fine, tutto questo deve essere mostrato ai possibili clienti per vedere se può funzionare e ad apportare le ultime modifiche.

Sono stati formati quattro gruppi: uno che ha lavorato sulla creazione di eco-school, scuole per bambini e ragazzi per sensibilizzare sulle tematiche ambientali; i due ragazzi lettoni, aiutati dal partecipante della Germania hanno sviluppato l’hemp farm, la creazione di un’impresa legata alla coltivazione della canapa da usare per la produzione di te, olio, carta. Il terzo gruppo si è impegnato nell’ideazione di un’app che permetta ai cittadini di vivere dei momenti di relax in villaggi di campagna autentici. L’ultimo progetto, su cui abbiamo lavorato entrambi noi italiani insieme ad altri tre partecipanti, è stata l’ideazione di un centro avventura ed educativo in Irlanda.

gruppo2

Sicuramente di tutte le fasi delle design thinking quella della costruzione del prototipo è stata la più esaltante. Costruire i plastici utilizzando materiale di recupero, plastilina, lego, colori, colla, riviste ci ha fatto tornare tutti un po’ bambini. Abbiamo poi cercato 25 modi per rendere più green l’impresa e intervistato dei possibili clienti per capire quali potessero essere le migliorie da fare. Un’esperta ci ha poi brevemente spiegato come stilare il business plan, il piano finanziario e di marketing essenziale per la richiesta dei fondi e per la pianificazione e gestione aziendale.

Siamo arrivati così alla fine della settimana, cercando di capire quali fossero le competenze acquisite durante questo training course. Un momento di riflessione su cosa vuol dire per noi essere “green”, essere imprenditori, sviluppare business e lavorare in team; dopo una settimana di esperienze insieme.
Non è mancata la distribuzione dello Youth Pass, l’attestato che permette di esplicitare le abilità migliorate durante il corso che riguardano il senso di iniziativa e di impresa; le competenze digitali; linguistiche; matematiche-scientifiche; competenze sociali e civili; una consapevolezza culturale e la voglia di imparare (learning to learn).

Nonostante la settimana sia stata intensa per le attività, sono stati molti i momenti passati insieme per conoscerti e confrontare le culture. Abbiamo assaggiato cibi diversi durante le serate internazionali, provato danze tradizionali, visto il carnevale di Strumica, vissuto la movida della città e soprattutto ci siamo divertiti stando tutti insieme.

divertimento

Grazie a tutto lo staff di Planetum per l’ospitalità e l’organizzazione; grazie alle due trainer e grazie a tutti i compagni di avventura!

Alice

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