
Uno SVE per riacquistare la fiducia in se stessi
A luglio dell’anno scorso è iniziato il mio SVE a Sofia. Mi trovavo qui già da aprile, avendo preso la decisione di trasferirmi nella capitale bulgara dopo la laurea magistrale per stare con il mio ragazzo con il quale avevo una relazione a distanza da tre anni. Aprile e maggio sono trascorsi fra un tirocinio non molto impegnativo in una startup, il volontariato in due festival di danza e circo, lezioni di bulgaro e di danza, ma anche fra un grande senso di incertezza sul futuro e soprattutto su me stessa. La città mi piaceva, avevo conosciuto molte persone e stretto alcune amicizie, tuttavia non mi sentivo ancora integrata ed ero alquanto spaventata al pensiero di cercare un lavoro lì, poiché la mia laurea e le mie esperienze lavorative mi sembravano solo un’accozzaglia di competenze senza senso che non sarebbero state prese seriamente da nessun datore di lavoro.
Poi c’è stata la svolta: mi sono candidata a uno scambio giovanile che si sarebbe tenuto a Lucena, in Spagna, a giugno e in quella settimana ho seguito una tavola rotonda sulle relazioni fra Africa e Europa organizzata dall’associazione Open Space Foundation, a Sofia. Due settimane dopo, ho saputo di essere stata selezionata per il progetto in Spagna e ho fatto un colloquio con la direttrice di Open Space conosciuta alla conferenza, ovvero la mia attuale coordinatrice Pepa, per uno SVE di otto mesi a Sofia.

Il progetto, che consisteva nella costituzione di una audio-biblioteca online con favole, miti e leggende di vari paesi in diverse lingue, sembrava fatto apposta per me, appassionata di lingue e letteratura! E così a metà giugno, proprio mentre raggiungevo Lucena per lo scambio giovanile, ho saputo di essere stata selezionata per quel progetto. L’intensa settimana dello Youth Exchange, a contatto con altri volontari SVE, è stata come il segno che probabilmente avevo preso una buona decisione a buttarmi anch’io nella stessa esperienza, a cui avevo in effetti pensato prima della laurea.
Da allora sono passati sei mesi, durante i quali ho conosciuto delle persone meravigliose (anzitutto i miei colleghi SVE, provenienti da Lettonia, Egitto, Svezia, Spagna e Turchia), insieme alle loro culture, tradizioni e background personali, ho acquisito o migliorato delle competenze, ho imparato a gestire il mio tempo senza avere ordini dall’alto, e ho rivalutato me stessa. Ho realizzato che alcune abilità che davo per scontate, come sapersi orientare in una nuova città o cucinare per un gran numero di persone possono rivelarsi una importante risorsa, come anche fare da interprete inglese-bulgaro in uffici o ristoranti tipici. Sono diventata più consapevole dei miei punti deboli e dei miei punti di forza, in particolare grazie al progetto personale che ho avuto modo di realizzare.
A inizio dicembre, infatti, ho organizzato un cineforum sul tema mafie e movimento antimafia, a cui hanno partecipato spettatori di diversa età e nazionalità. E’ stata una grande soddisfazione vedere che tutte le sfide richieste dalla messa in azione del mio modesto, ma per me importante progetto, come la scelta della pellicola, l’ottenere i permessi e un luogo adatto per la proiezione, la pubblicizzazione dell’evento e la presentazione del film, sono state piano piano superate. L’evento ha riscosso un grande interesse presso il pubblico, con una discussione che si è protratta oltre l’ora prestabilita e la richiesta da parte degli spettatori di essere informati via email su eventuali iniziative correlate. Non sarei riuscita nell’impresa senza il supporto dei miei coordinatori e colleghi SVE, nonché di alcuni membri di Libera contro le mafie che mi hanno appoggiata, aiutata e accompagnata durante l’intera preparazione.
Grazie a queste persone ho ritrovato quel che mi era mancato durante i mesi precedenti allo SVE, ovvero la fiducia in me stessa, e soprattutto per questo motivo sono grata di aver scelto di svolgere il Servizio Volontario Europeo.
Marta