Boosting Adventure Education: l’educazione all’avventura al centro della formazione in Finlandia

Dal 9 al 17 luglio, nel cuore della natura finlandese, si è svolto il primo modulo del progetto Erasmus+ “Boosting Adventure Education Among Youth Workers”, un corso di formazione dedicato a educatorɜ, operatorɜ giovanili, insegnantɜ e studentɜ provenienti da diversi Paesi europei.

La formazione, ospitata presso il Centro Giovanile Ankkapurha, ha offerto un’immersione nell’educazione outdoor e all’avventura, combinando attività pratiche di sopravvivenza in natura, game design educativo, strumenti digitali e metodologie non formali. Guidatɜ da espertɜ del settore e supportatɜ dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura finlandese, lɜ partecipanti hanno esplorato come la creatività, il lavoro di gruppo e il contatto con l’ambiente possano diventare motori di apprendimento, crescita personale e innovazione nel lavoro giovanile.

La testimonianza di Emma, Giovanni, Rosanna, Sara e TIna

Quando si torna da un corso di formazione erasmus tendenzialmente chi ti accoglie al ritorno ti chiede: ne è valsa la pena? Ma perché fai queste esperienze Erasmus? Qual è il senso di tutto ciò? Noi siamo partiti da Venezia, da Bologna, da Roma, da Napoli e da Barcellona senza conoscerci e con bagagli molto grandi, pieni di vestiti, scarpe e cose superflue. Siamo tornati da Inkeroinen, in Finlandia, con bagagli più sporchi, un po’ più disordinati, ma pieni di consapevolezza che per sopravvivere e vivere forse è necessario lasciar andare, fare spazio, fermarsi e riflettere su cosa sia davvero necessario portare con sé. Siamo tornati, insieme, riempiti da nuove capacità pratiche e ricordi, scontri e incontri tra culture, educazioni e stili di vita diversi. Attraverso il corso di formazione “Boosting adventure education” in Finlandia i nostri bagagli si sono riempiti di abilità e competenze. Abbiamo imparato le basi di primo soccorso in montagna, come costruire una barella o come reagire a un attacco di panico. Abbiamo fatto esperienza pratica di come guidare insieme una canoa, come cadere da una canoa e come effettuare una risalita d’emergenza. Abbiamo imparato come arrampicarsi fidandosi solo di se stessi o come arrampicarsi supportandosi a vicenda, come fare un fisherman’s knot o come provare a ricordare mille altri tipi di nodi, ridendo ed educandoci a vicenda. Abbiamo assaporato un po’ di cultura finlandese, dove natura, collettività e silenzio ci sono sembrati centrali. Tra diete vegetariane e conoscenza consapevole dell’ambiente circostante abbiamo percepito che lì la natura non è solo un luogo da esplorare, ma ha un ruolo fondamentale nella quotidianità e nell’equilibrio personale. Lì, camminare nei boschi, fare la sauna e uscire all’aperto o semplicemente contemplare in silenzio crea e rafforza quotidianamente il legame uomo-natura Tra amache prese in prestito, biciclette comuni e un centro giovanile dove tutto era a disposizione di tutti, è stato possibile percepire, invece, il grande senso civico e il rispetto per il bene comune. Lì, tutti eravamo responsabili di tutelare il bene comune perché anche l’altro potesse apprezzarlo e averne diritto. Infine, abbiamo toccato una cultura fatta anche di vita lenta, introspezione, sobrietà, silenzio che lasciano  spazio e tempo per riflessione e ascolto. Abbiamo, poi, scoperto l’outdoor education e l’adventure education attraverso esperienze pratiche, giochi all’aria aperta e momenti condivisi in un contesto fondato sul confronto, il dialogo e l’educazione informale. Tutto questo è accaduto mentre la nostra quotidianità si è un po’ rivoluzionata. Lì, dove il sole tramontava a mezzanotte, la cena iniziava alle 18, le patate erano presenti a ogni pasto, la sauna era un rituale rigenerante, le zanzare erano di più di quelle della pianura padana, le biciclette non avevano i freni a cui siamo abituati e la liquirizia aveva un sapore incredibile. Lì dove 22 persone, dai 18 ai 70 anni, dalla Francia, la Spagna, la Romania, la Finlandia, la Germania e l’Italia hanno deciso di dedicarsi per 8 giorni al dialogo, alla condivisione, alla cooperazione per arricchirsi a vicenda. Sicuramente non è un’esperienza comune, facile e senza nessun tipo di problema. Può capitare di dover mediare la comunicazione perché non tutti parlano perfettamente inglese, può capitare di dover condividere la stanza con persone che russano, può capitare di dover sopravvivere con due jeans e due magliette per 8 giorni per un bagaglio perso e ritrovato solo a fine viaggio, può capitare di dover cenare a orari improponibili. Può capitare di doversi scomodare, lasciare andare e fare spazio, comprendendo che forse è questo l’unico modo per accogliere e lasciarsi trasportare da uno scambio di vite vive, diverse e prorompenti. E ora che vi abbiamo raccontato la nostra storia, sta a voi rispondere: quindi, ne vale la pena?

In conclusione, i Training Courses Erasmus+ come Boosting Adventure Education Among Youth Workers sono molto più di semplici esperienze formative: rappresentano opportunità uniche per professionistɜ dell’educazione giovanile. Offrono apprendimento pratico, scambio interculturale, innovazione metodologica e rafforzano la qualità del lavoro educativo sul campo. Supportati da una rete europea solida, queste esperienze contribuiscono a costruire comunità più resilienti, inclusive e impegnate, in linea con gli obiettivi della Strategia UE per i giovani.

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