Il racconto del progetto ESC di Elisa in Germania

Il mio progetto ESC in Germania – Elisa L.

Nel corso di quest’anno -da settembre 2024 ad agosto 2025-, ho avuto l’opportunità di fare volontariato presso un centro giovanile in Turingia, grazie agli European Solidarity Corps. È stata un’esperienza stimolante, che mi ha permesso di confrontarmi con una nuova cultura, crescere a livello personale e stringere relazioni professionali e di amicizia con persone da tutta Europa. In questo report condivido alcuni aspetti fondamentali della mia esperienza, sperando che possano essere utili per i futuri volontari.

Relazioni e vita comunitaria

Uno degli aspetti più importanti della mia esperienza è stato il rapporto con le persone. Al centro ho lavorato fianco a fianco con colleghi locali e un’altra volontaria ESC, con cui ho instaurato un rapporto di collaborazione e amicizia. All’inizio è stato difficile superare le pause pranzo e le riunioni completamente in tedesco, ma con il tempo ho imparato a chiedere un riassunto dei punti salienti delle riunioni, a scambiare due chiacchiere con loro sia in inglese che in tedesco maccheronico nelle pause, e prendermi i miei spazi se il troppo tedesco mi lasciava la testa obnubilata. A volte col mal di testa. I colleghi si sono dimostrati tutti molto disponibili e accoglienti, parlano tutti un buon inglese e sono sempre disponibili a rispondere alle mie domande e curiosità. Anche la mia persona di riferimento nel centro è molto cordiale e alla mano, e ho potuto parlare onestamente con lui di quello che non mi era chiaro. Anche il gruppo dei volontari ESC, composto da circa dieci persone, è stato un grande punto di riferimento: abbiamo condiviso la quotidianità (abitiamo nello stesso appartamento) e creato un bellissimo senso di comunità attraverso serate di gioco, gite, passeggiate e chiacchierate fatte assieme; è con loro che ho stretto le amicizie piú belle quest’anno e so giá che manterremo i contatti.

Ruolo e attività

Durante il mio periodo di volontariato ero presso un centro giovanile, situato in una zona periferica a sud della città. Ho scoperto da subito che le infrastrutture locali qui sono ottime, e il centro è facilmente raggiungibile in quaranta minuti di tram. Le attività principali che ho svolto riguardano l’ambito creativo, oltre a partecipare alle attivitá organizzate dai colleghi, gite, giornate a tema, e contribuire a mantenere l’ambiente ordinato e accogliente. Ho potuto dare il mio contributo in maniera attiva fin dai primi mesi: mi è stato chiesto inizialmente di pensare a progetti o laboratori che volevo organizzare per i ragazzi. Tenendo presente quale fosse il mio target, ho pensato ad attività creative per adolescenti chiare e semplici da concludere come bullet journaling, ricamo per principianti, disegno e creazione di braccialetti.

Ho notato subito un approccio diverso da quello in Italia: i ragazzi e le ragazze vengono al centro gratis e volontariamente, entrano ed escono quando vogliono e partecipano alle attivitá in base a cosa si sentono di fare al momento. Durante le attività fanno tutto in maniera molto indipendente: per esempio abbiamo fatto loro maneggiare coltellacci in cucina, saldatrici e attrezzi elettrici per la carpenteria nei laboratori. Qui è prassi (e nessuno ha perso dita durante l’anno ahah). Le giornate quindi variano molto, a volte ci sono 50 ragazzi e grande adesione ai laboratori, a volte vediamo 5-10 persone e partecipa alle attività perché preferiscono “chillare” sui divanetti o giocare a Uno. Spesso si confrontano e chiacchierano a tu per tu coi colleghi tedeschi.

Non sono mancate attivitá particolari durante l’anno, una programmazione che ha coinvolto le scuole locali per trattare la netiquette, la sicurezza on-line, e combattere il cyberbullismo; una manifestazione in centro cittá con altre associazioni per promuovere la diversitá cultura (a Jena sono presenti 111 nazionalitá!), una giornata per la festa dei bambini, e attività per la giornata per la donna. Siamo stati anche in gita alla Jump House di Erfurt e cinque giorni a Würzburg durante le vacanze estive.

Vita in città e scoperte in Turingia

La città dove si è tenuto il mio progetto è piccola, ma vivace e accogliente. Durante il mio tempo libero ho avuto modo di esplorarla, passeggiando lungo la riva del Saale e partecipando a eventi locali come gli Stammtisch dell´Erasmus Students Network. Inoltre, ho approfittato dei weekend e del Deutschland Ticket per visitare altre città come Lipsia o Berlino, che mi hanno permesso di conoscere meglio la storia e le tradizioni locali (raccomando la Saale-Weinmeile!). Ecco, personalmente ho trovato difficile il bilanciare quanto viaggiare. So di volontari che lo hanno fatto molto più di me, e mi sono anche chiesta se stessi “perdendo opportunità” nel non farlo con altrettanta enfasi, ma mi sono resa conto che è giusto ascoltarsi e fare semplicemente le cose che ci si sente di fare.

Il clima e le ore di luce

Uno degli aspetti a cui ho dovuto abituarmi è stato il clima. In inverno le giornate sono molto corte, con il buio che arriva già nel tardo pomeriggio (alle 16:00 in alcuni mesi!), e le temperature sono poco più basse di alcune città italiane. Questo inizialmente mi ha colpita, perché sembrava che le giornate durassero pochissimo e mi mancava sentire i raggi del sole sulla pelle, ma col tempo ho imparato a gestirlo, e fortunatamente non lavoravo nelle prime ore della mattina. L’arrivo della primavera e dell’estate, con giornate più lunghe e luminose, è stato molto piacevole e mi ha permesso di muovermi di piú.

Imparare il tedesco

Quando sono arrivata, non parlavo tedesco, ma fin dall’inizio ho frequentato corsi di lingua offerti dal programma ESC e due semestri di corso presso l’università locale (che ho pagato io). All’inizio è stato difficile, soprattutto nel comunicare con la gente del posto, ma con pazienza e costanza ho fatto progressi. Dopo qualche mese riuscivo a fare piccole conversazioni (i tedeschi sono molto gentili da questo punto di vista e in genere capiscono cosa intendi anche se parli male), e questo ha migliorato molto la mia esperienza sia al lavoro che nella vita quotidiana. Per esempio una signora mi ha chiesto indicazioni su che tram prendere, un’altra non riusciva a leggere una scadenza al supermercato, oppure ho chiesto alla farmacista esattamente cosa mi servisse comprare. Adesso posso dire di avere quasi un B1, ma ho ancora molta strada da fare per parlare fluentemente!

Conclusione

Guardando indietro, questo anno di volontariato è stato molto più di un semplice viaggio. Ho conosciuto nuove persone, imparato una nuova lingua, vissuto in un contesto culturale diverso e dato il mio contributo a una realtà sociale viva e importante. Credo mi abbia anche aiutato a consolidare la fiducia in me stessa e nelle mie capacità, dato che mi sono trovata a fare cose che già ritenevo di poter fare, ma che avevo fatto su scala minore o con una qualche rete di sicurezza (figurata). Per fare un esempio pratico e banale – avere la famiglia vicino (che si parli di metri o una manciata di chilometri) ti semplifica la vita per molte cose, ma non ti rende altrettanto autonoma. Inoltre, gestire la vita di tutti i giorni, barcamenandosi tra una lingua che non capisci del tutto e abitudini culturali nuove, ti spinge a guardare le cose con occhi diversi, e con più attenzione ovviamente. Porterò con me ogni esperienza, ogni legame e ogni scoperta fatta durante questi mesi!

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