Scambio Giovanile in Spagna “Swing Connection” | Il potere della danza nell’educazione

Dal 18 al 23 giugno, la città di Terrassa (Spagna) ha ospitato lo scambio giovanile “Swing Connection”, un progetto che ha unito 40 giovani provenienti da Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Lituania, Francia, Polonia e Romania.

Al centro dell’esperienza: il lindy hop e il solo jazz, non solo come forme artistiche ma come strumenti educativi e di crescita personale. Attraverso laboratori di danza, attività pedagogiche e momenti di confronto interculturale, lɜ partecipanti hanno esplorato temi come l’inclusione, l’autostima, la gestione delle emozioni, la parità di genere e la cooperazione.

Per moltɜ, è stata molto più di un’esperienza formativa: è stato un viaggio tra movimento, cultura e consapevolezza, dove ogni passo di danza è diventato un’occasione per imparare, esprimersi e connettersi davvero con lɜ altrɜ.

La testimonianza di Ilaria, Ilenia, Maria e Lucia

Dal 18 al 23 giugno abbiamo partecipato a Swing Connection, un progetto Erasmus+ che si è svolto a Terrassa, in Spagna, e che ci ha letteralmente fatto ballare fuori dalla nostra comfort zone. Il tema era il potere educativo della danza swing, in particolare del Lindy Hop e del Solo Jazz, come strumenti per promuovere inclusione, autostima, creatività e cooperazione. Insieme a partecipanti provenienti da altri Paesi europei (Spagna, Portogallo, Lituania, Germania, Grecia, Francia e Italia), ci siamo immerse in un’esperienza intensa fatta di movimento, ritmo e condivisione. Ogni giornata iniziava con un riscaldamento danzato e proseguiva con attività pratiche, riflessioni di gruppo e momenti di confronto, dentro e fuori dalla sala. Nessuna di noi aveva mai studiato danza swing prima di allora, eppure fin dal primo giorno ci siamo sentite accolte e libere di esprimerci. Abbiamo scoperto quanto la danza possa essere una metafora potente di fiducia, ascolto e parità: nel Lindy Hop, ad esempio, i ruoli di leader e follower si possono alternare, superando gli stereotipi di genere e creando uno scambio autentico tra le persone. È stato sorprendente vedere come, pur partendo da contesti diversi, riuscissimo a ballare insieme allo stesso ritmo, senza bisogno di parole. Abbiamo approfondito le radici afroamericane di queste danze e riflettuto sull’eredità culturale e sociale del jazz, del Lindy Hop e della danza africana come espressione identitaria e collettiva. Ballare insieme significava anche fidarsi l’uno dell’altro, collaborare in modo spontaneo, improvvisare, accettare l’errore come parte del processo, e usare il corpo come strumento educativo ed espressivo. Abbiamo lavorato in gruppo su come applicare lo swing nei nostri contesti professionali, confrontandoci su educazione non formale, inclusione sociale, facilitazione e creatività. A guidarci in questa avventura fuori dal comune, è stata l’associazione La Vibria Intercultural, che ci ha accolte con calore e professionalità. Vicky e Marta ci hanno accompagnato con sorrisi e disponibilità, mentre Gerard e Uxue, insegnanti della scuola di ballo “Swing Triple Step”, ci hanno aperto le porte del loro mondo con entusiasmo, passione e una capacità comunicativa che andava ben oltre il linguaggio verbale. Ogni serata era un’occasione per conoscerci meglio, scoprire le culture degli altri partecipanti, ridere, ballare, imparare qualcosa di nuovo. Abbiamo condiviso timori, tentativi, passi sbagliati, successi e risate, imparando che non serve essere ballerine professioniste per usare il corpo come veicolo educativo: bastano apertura, curiosità e un pizzico di follia. L’esperienza si è conclusa con una performance finale che è stata un vero vortice di emozioni: l’adrenalina, la gioia di essere lì tutti insieme, la consapevolezza di ciò che avevamo costruito, la nostalgia per quello che stava finendo. È stato difficile salutarsi, ma torniamo a casa con la musica nelle gambe, il cuore pieno e nuove idee per i nostri progetti futuri. Questa esperienza la consigliamo con tutto il cuore, anche – e forse soprattutto – a chi ha paura di non sentirsi all’altezza. La paura di non sapere ballare, di non parlare bene la lingua, di restare ai margini, si dissolve facilmente quando si è accolti da un gruppo aperto, da formatori competenti e da un ambiente che valorizza ogni contributo, anche quello più timido. Un grazie speciale va a Irene, referente dell’associazione italiana Joint, che con grande gentilezza, efficienza e attenzione ci ha accompagnate fin dalla selezione iniziale, durante la preparazione pre-partenza e anche al nostro ritorno. La sua presenza discreta ma costante ha fatto davvero la differenza. Swing Connection ci ha ricordato che si può imparare anche ridendo, ballando, improvvisando e lasciandosi andare e che l’educazione può (e deve) passare anche dalla leggerezza, dalla musica e da un bel triple step.

Esperienze come questa dimostrano che l’arte può essere un potente strumento educativo e sociale: non solo per imparare a muoversi nello spazio, ma anche per imparare a muoversi nel mondo con maggiore consapevolezza, empatia e apertura. Investire nella creatività e nella mobilità giovanile significa credere in una generazione capace di costruire comunità più inclusive, resilienti e solidali — una coreografia collettiva dove ogni passo ha valore. Vuoi partecipare anche tu a progetti come questo? Scopri tutte le opportunità attive sul nostro sito!

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