L’esperienza ESC di Susanna: vivere un volontariato ti rende una persona migliore!
Quasi un anno fa, ho iniziato la mia avventura come volontaria europea del corpo europeo di solidarietà, in Francia. La mission? Far conoscere l’Europa, l’unione europea, i valori europei, la cultura e le opportunità esistenti a giovani ed adolescenti provenienti da un contesto rurale.
Ho svolto e sto terminando il mio volontariato presso l’MFR (Maison Familiare rurale), una sorta di scuola professionale, di Nogent Le Bernard, un piccolo paesino a circa un’ora da Le Mans, nella regione dei paesi della Loira, Nord-Ovest della Francia.
Il contesto lavorativo nel quale sono stata inserita, è completamente immerso nella campagna. La maggior parte dei ragazzi frequentanti questa scuola ha alle spalle problematiche legate al contesto familiare e/o di provenienza; talvolta anche difficoltà di apprendimento.
L’idea del progetto consiste di conseguenza nel “portare” la conoscenza dell’Europa in un contesto geografico svantaggiato e dare a questi ragazzi un’opportunità per conoscere culture differenti, apprendere qualcosa di nuovo sulla lingua e sulla cultura del paese del volontario ospitato presso la loro scuola (nel mio caso l’Italia) e potersi relazionare con qualcuno “diverso” da loro.
Se il contesto lavorativo dove sto svolgendo il mio volontariato si trova in campagna, ho avuto la possibilità, per me natia di Bollate alle porte di Milano, la fortuna, di vivere nella città di Le Mans insieme agli altri cinque volontari, tutti operanti in diverse MFR.
Vivo a Le Mans insieme ad altre 5 persone, nello specifico due italiani Lorenzo e Silvia, una ragazza italo-argentina Erika, una ragazza tedesca, Fenja, e un ragazzo spagnolo, Iago.
Vivere insieme non è stato sempre facile e la pandemia, con i relativi coprifuoco e lockdown, non ha aiutato, ma mi ha permesso ancora di più di vivere appieno questo volontariato e di vivere nel quotidiano la bellezza delle differenze culturali che esistono a livello europeo.
Nel corso dei mesi si sono aggiunti altri volontari: Monica: italiana, Anna: tedesca e Maggie: scozzese. Loro non vivono con noi, ma abbiamo da subito stretto amicizia e di conseguenza queste amicizie non hanno fatto altro che arricchire l’esperienza e renderla ancora più significativa.
Inoltre, insieme agli altri volontari, abbiamo spesso organizzato degli “scambi” ovvero ci recavamo nelle altre scuole a portare la nostra testimonianza in modo che i vari studenti potessero avere una panoramica sulla lingua e sulla cultura anche di altri paesi europei e potessero relazionarsi positivamente con più europei possibili.
Nonostante la situazione pandemica abbia limitato di parecchio l’esperienza sono estremamente felice dell’esperienza vissuta: un anno fa non conoscevo una parola di francese e nel mese di maggio odierno ho quasi raggiunto il livello C1 della lingua e questo mi rende molto fiera.
Ho avuto la possibilità di esplorare e di viaggiare in Francia e di stringere amicizie significative, che spero possano essere coltivate e mantenute anche in seguito al termine di questo progetto.
Soprattutto, però, ho avuto la possibilità di immergermi nella realtà di una Francia più isolata, diversa dalla patinata immagine di Parigi comunemente associata a tutta la Francia, di conoscerne davvero la cultura e di scoprirne i luoghi più affascinanti.
Ho vissuto un anno incredibile apprendendo molte cose dagli altri e su di me: ho affinato le mie competenze e la relazione con gli altri volontari, mi ha cambiata, in meglio.
Partite anche a voi, ne vale assolutamente la pena!