ESC Team con Cooperativa One | Nora, Cecilia, Claudia, Mourchid e Francis raccontano la loro esperienza!

 In Corpo Europeo di Solidarietà, Testimonianza

Il progetto del Team ESC “Team for Healthy Life 2 – T4HL”, finanziato dal programma Corpo Europeo di Solidarietà e gestito da Associazione Joint in collaborazione con Cooperativa One a Crotone, si è concluso!

L’obiettivo generale del progetto, in linea con le priorità fissate per il 2021, era promuovere il benessere e uno stile di vita sano per i volontari e le comunità locali. È stata un’opportunità per i partecipanti di riconquistare uno spazio per socializzare in modo sano e sicuro, partecipando ad attività di volontariato che promuovono l’inclusione di gruppi vulnerabili, la salute e il benessere nelle comunità.

Le attività del progetto si sono concentrate su temi specifici, in linea con l’organizzazione ospitante e le esigenze della comunità locale:

  • natura e vita all’aria aperta
  • salute mentale
  • prevenzione/promozione della salute
  • nutrizione consapevole

Vediamo cosa ne pensano le persone che hanno partecipato!

La testimonianza di Nora

Trovare una direzione nella vita non è sempre facile, specialmente quando il futuro sembra incerto. Durante l’estate del 2024, mi sentivo persa, insicura su cosa fare. È allora che ho scoperto il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC), che mi ha portato in un viaggio indimenticabile di crescita, connessione e scoperta di me stessa. Ho scelto di partecipare a T4HL2 perché ho sempre voluto visitare l’Italia e, dopo aver studiato italiano per un anno, mi sembrava una grande opportunità per migliorare le mie competenze linguistiche. Mi aspettavo di migliorare il mio italiano, aprirmi a nuove persone e sfidarmi uscendo dalla mia zona di comfort. Non ero mai stata lontana dal mio Paese o dai miei amici per più di qualche settimana. Fortunatamente, le mie aspettative sono state non solo soddisfatte, ma superate. Ho migliorato notevolmente il mio italiano, riuscendo a comprendere e sostenere conversazioni di base. Inoltre, sono diventata più a mio agio nel conoscere nuove persone e ho sviluppato legami profondi con gli altri volontari in pochissimo tempo. Durante il progetto, ho partecipato a molte attività in vari campi. Molte di queste erano nuove per me e, se inizialmente mi spaventava l’ignoto, è diventato una parte emozionante dell’esperienza. Ho imparato tanto su me stessa, in particolare che viaggiare e connettermi con persone di culture diverse è ciò che mi rende davvero felice. Ho amato tutto di questa esperienza: il progetto, l’Associazione Joint, l’Ostello, gli altri volontari, la città e l’Italia nel suo complesso. Senza dubbio, sono stati i due mesi migliori della mia vita. Raccomanderei assolutamente questa esperienza ad altri giovani; penso che tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere qualcosa del genere almeno una volta nella vita. È una bellissima opportunità per crescere, conoscere se stessi e connettersi con gli altri. Le possibilità di rimanere delusi sono minime, perché si guadagna tanto – sulla vita, la cultura e il proprio potenziale.


La testimonianza di Cecilia

Recentemente ho avuto l’incredibile opportunità di partecipare a un’esperienza di volontariato a Crotone, in Italia, insieme ad altre 17 persone dedicate. Questo viaggio indimenticabile è stato un mix di crescita personale, impegno comunitario e servizio significativo. Durante il nostro tempo a Crotone, ci siamo immersi in una varietà di attività volte a supportare la comunità locale. I nostri compiti erano tanto diversificati quanto il nostro gruppo, permettendoci di contribuire con le nostre capacità e la nostra energia uniche. Ci siamo impegnati in iniziative di pulizia ambientale per preservare la bellezza naturale della zona. Abbiamo anche lavorato su iniziative sociali, sostenendo organizzazioni locali e assistendo gruppi vulnerabili. Che si trattasse di organizzare workshop educativi per bambini, assistere agli eventi comunitari o dare una mano a enti di beneficenza locali, ogni giorno portava una nuova sfida e un rinnovato senso di scopo. Uno degli aspetti più gratificanti di questa esperienza è stato il forte legame che abbiamo formato come gruppo. Provenendo da contesti e prospettive diversi, abbiamo imparato gli uni dagli altri e siamo cresciuti insieme. La collaborazione e il lavoro di squadra sono stati essenziali e, grazie a questo sforzo condiviso, abbiamo scoperto il potere dell’azione collettiva. Oltre all’impatto immediato sulla comunità, l’esperienza ha lasciato un segno duraturo su ciascuno di noi. Volontariare a Crotone ci ha insegnato il valore dell’empatia, della pazienza e dell’adattabilità. Ci ha ricordato che anche le piccole azioni possono creare un cambiamento significativo. Lavorare con la gente del posto ci ha anche permesso di comprendere più a fondo la cultura, la storia e le sfide della regione. Questa esperienza è stata molto più di un progetto di volontariato: è stato un viaggio trasformativo. Le connessioni che abbiamo creato, le competenze che abbiamo sviluppato e il cambiamento che abbiamo visto nella comunità sono stati potenti promemoria dell’impatto che possiamo avere quando ci uniamo con uno scopo comune. Crotone avrà sempre un posto speciale nei nostri cuori e le lezioni che abbiamo imparato continueranno a ispirarci nelle future iniziative.


La testimonianza di Mourchid

Mi chiamo Mourchid ACHAMOU, noto anche come Bel-Ach, sono un Yoruba di 28 anni originario del Benin e vivo attualmente in Francia. Ho sempre creduto che una vita significativa sia quella che contribuisce a migliorare le vite altrui. Questo principio ha guidato le principali decisioni della mia vita, in particolare nella scelta di una carriera in agronomia e nutrizione umana. Il mio obiettivo è contribuire alla sicurezza alimentare e all’empowerment delle persone meno privilegiate, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Per raggiungere questo obiettivo, ho lavorato duramente per eccellere negli studi, ottenendo l’ammissione a uno dei programmi più impegnativi del mio Paese e successivamente proseguendo gli studi alla Sorbona. Proseguendo, ho realizzato che fare la differenza non deve aspettare la laurea. Ho abbracciato l’idea di servire gli altri, indipendentemente dal mio status, partecipando al servizio comunitario ogni volta possibile. Questo approccio mi ha portato a scegliere di fare volontariato ogni anno, incluso il programma ESC. Nel 2024 sono stato selezionato per un programma di volontariato di due mesi a Crotone, Italia. Questo progetto è arrivato in un momento cruciale della mia vita. Grazie a questa esperienza ho riscoperto il mio scopo e rinnovato la mia motivazione a perseguire i miei sogni.

La testimonianza di Francis

“Che cosa farai per due mesi a Crotone? Perché, a 29 anni e con una laurea in medicina conseguita a Trieste, vuoi fare volontariato in Calabria? Non pensi che dovresti trovare un ‘vero’ lavoro? Con chi lavorerai? Che cosa ne ricaverai?” Queste erano solo alcune delle domande che ho dovuto sopportare da amici e familiari nelle settimane prima della mia partenza per la Calabria. Dico “sopportare” perché la sfida non era tanto la loro curiosità, quanto la mia confusione su come rispondere. Certo, le informazioni pre-partenza fornite dall’Associazione Joint e dalla Cooperativa One erano complete, ma era comunque difficile immaginare come agricoltura, laboratori di fumetti, cocktail, cucina locale, attività di inclusione sociale, interazioni con migranti, sport, mindfulness e molto altro potessero rientrare in due mesi di vita con 20 perfetti sconosciuti provenienti da diversi contesti e lingue. Partecipare è stata una decisione impulsiva, alimentata dalla curiosità, da una passione quasi ossessiva per le sfide e dalla mia disponibilità del momento. Quando mi chiedevano perché e cosa avrei fatto, potevo solo rispondere: “Non lo so nemmeno io.” Ma dopo due mesi di questo progetto, le mie “non-aspettative” si sono trasformate in un’immensa meraviglia e gratitudine per quanto questa avventura mi abbia arricchito e divertito. Essendo uno dei membri più anziani di questo gruppo di giovani europei (il limite di età era 30 anni), pensavo di aver già vissuto tante esperienze significative nella vita. Mi sbagliavo. Mi sono immerso in nuovi contesti e fenomeni – o li ho visti sotto una luce diversa – che vanno dal supporto alla conservazione di beni confiscati alla mafia locale (con l’Associazione Libera e la Cooperativa Terre Ioniche) alla distribuzione di pasti a senzatetto e persone svantaggiate. Abbiamo anche scambiato esperienze culturali e umane con minori stranieri non accompagnati ospitati dall’Associazione Sabir e assistito a processi giudiziari contro presunti trafficanti di esseri umani. Questi momenti hanno aperto i nostri occhi, cuori e menti alle ingiustizie e alle difficoltà affrontate da una parte significativa della società. Ugualmente arricchente è stato vivere con 17 giovani provenienti da vari Paesi, condividendo attività, sport, laboratori e persino momenti più leggeri e turistici, scoprendo insieme la bellezza della Calabria. In breve, è stata un’esperienza a 360 gradi che credo abbia dato moltissimo a tutti i partecipanti in modi diversi, così come alla comunità di Crotone. Ora che sono tornato a casa, quegli stessi amici e familiari non rispondono più con uno scettico “Hmm…” ma piuttosto chiedono con entusiasmo: “Allora, da dove cominciamo?”


La testimonianza di Claudia

Mi chiamo Claudia, sono italiana e vivo a Crotone. Per me, l’organizzazione del viaggio e l’alloggio non sono stati un problema, poiché vivo nella città dove si è svolto il progetto. Ho avuto un colloquio conoscitivo con i fondatori dell’associazione Cooperativa One, nell’ostello in cui avremmo alloggiato durante questa esperienza, chiamato Ostello Casa di Chiara. Ho subito pensato che potesse essere un’opportunità meravigliosa e ho deciso di partecipare. Prima di iniziare, avevo paura di essere troppo timida, di sentirmi a disagio nel comunicare con gli altri e di non riuscire a condividere così tanto tempo con persone che non conoscevo. Fortunatamente, non è stato così. Ho incontrato un gruppo davvero sano, aperto e socievole. Abbiamo trascorso momenti bellissimi insieme e fatto tantissime cose, ma le mie attività preferite sono state le partite di beach volley e le lezioni di danza. Erano rilassanti, divertenti, energetiche e positive. Ho anche apprezzato le attività con l’Associazione Sabir, durante le quali abbiamo incontrato molti ragazzi arabi e ascoltato le loro storie: come sono arrivati qui, cosa hanno dovuto affrontare e sopportare. Ho avuto anche l’opportunità di aiutare alcuni bambini con situazioni problematiche nei loro compiti scolastici in un centro chiamato Piccoli Passi, e questa esperienza mi ha davvero toccato il cuore. Credo che questo sia stato un gruppo fantastico perché tutti hanno sempre ascoltato i bisogni degli altri senza mai discutere o litigare. C’era sempre qualcuno pronto a supportarti senza giudicare. Durante questi due mesi ho imparato tantissime cose: culture, tradizioni, cibi, danze, idee politiche. Ma soprattutto, ora so che non dobbiamo avere paura del futuro, che siamo tutti sulla stessa barca e che, anche se il fiume può essere a volte oscuro, spaventoso, pericoloso e agitato, ci sarà sempre qualcuno a darti una mano, una luce che ti guiderà.

Progetti ESC con il Corpo Europeo di Solidarietà

Una caratteristica speciale degli ESC Team è la breve durata, da 2 settimane a un massimo di 2 mesi, che li rende accessibili anche a giovani che lavorano o studiano e non possono dedicare un anno intero ai viaggi! Nonostante la brevità, i progetti offrono esperienze di vita intense e significative, durante le quali è possibile acquisire numerose competenze professionali. Vivendo e lavorando in gruppo, i partecipanti hanno l’opportunità di creare legami forti anche in un breve periodo di tempo.

Scopri i nostri progetti con il Corpo Europeo di Solidarietà!

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