Oesi racconta la sua esperienza come volontario in Austria!

 In Corpo Europeo di Solidarietà, Testimonianza

In una domenica come tante altre, verso la fine di ottobre di poco più di un anno fa, partivo alla volta di Linz, in Austria, per iniziare il mio progetto di volontariato ESC. Sembra ieri, eppure è già passato un anno.
L’Oesi di quella domenica, mentre trascorreva circa 9 ore in treno, osservando il bellissimo paesaggio del nord Italia e dell’Austria, tra montagne, colline e laghi, non sapeva ancora quanto questa esperienza lo avrebbe cambiato in positivo e come avrebbe contribuito a renderlo una persona migliore sotto molti aspetti della sua vita.

Dopo due anni di università con buoni risultati, decisi comunque che ciò che stavo studiando non fosse la mia strada, che non fosse il mio “fit” ideale. Così, cercando di capire meglio me stesso e quale direzione prendere, navigando su internet, scoprì l’European Solidarity Corps, e da lì mi si aprì un mondo sconosciuto, di cui mi innamorai subito.
Dopo diverse candidature in tutta Europa, decisi di prendere parte a un progetto a Linz, nell’Alta Austria, presso la Caritas Oberösterreich, opportunità a cui entrai in contatto grazie a Susanne Rosmann della 4YOUgend Linz.

Il mio progetto di volontariato inizialmente doveva durare dal 23/10/2023 al 30/07/2024, ma a maggio mi è stato prolungato fino al 17/10/2024, quindi quasi un anno in totale. Ho fatto parte di un gruppo di lavoro composto da circa una dozzina di ragazzi (“clients”) con disabilità moderate, di età compresa tra i 15 e i 30 anni, insieme ai miei “colleghi” Nihat, Stefan, Barbara, Russlan ed Erika. Il progetto si chiama “Werkstätten” ed è responsabile della qualificazione educativa di giovani con disabilità. Alla Caritas Oberösterreich sono presenti diversi workshop, e il mio prevedeva un’attività presso un’azienda che produce macchine industriali, la Trumpf Maschinen GmbH. Insieme ai ragazzi, dovevo assemblare parti di macchinari più grandi, il tutto sotto la supervisione dei miei colleghi. L’educazione pratica era accompagnata da sessioni di apprendimento regolari, formazione sulle competenze lavorative e coaching individuali. L’obiettivo finale era l’integrazione dei giovani con disabilità nel mercato del lavoro.
Devo ammettere che fin da subito ho notato quanto fosse tutto ben strutturato, come i “clients” fossero integrati nel processo di lavoro, ognuno con i propri compiti, e come si divertissero nel farlo, rispettando i propri tempi. Sono rimasto sorpreso, perché, per ignoranza, non pensavo che ragazzi con disabilità moderate potessero integrarsi così bene in un processo industriale. Tutto ciò è stato possibile grazie alla professionalità e all’attenzione delle persone della Caritas. Ho instaurato un buon rapporto sia con i colleghi, che sono sempre stati gentili, inclusivi e simpatici, nonostante il mio scarso tedesco, sia con i clienti, con cui spesso scherzavo, parlavo dei loro interessi, giocavo a carte, creavo saluti personalizzati e molto altro. Insomma, l’ambiente di lavoro è sempre stato piacevole e stimolante.
L’ESC non è solo lavoro, ma anche un’opportunità per conoscere la cultura del posto e per fare amicizie con persone provenienti da tutto il mondo. In quest’anno, ho avuto l’opportunità di conoscere tante persone da tutta Europa e dal resto del mondo, grazie al progetto stesso a Linz e a due eventi che coinvolgono i volontari in tutta l’Austria: l’On-Arrival Training (svoltosi all’inizio del progetto) e il Mid-Term Meeting (a metà percorso). Questi eventi mi hanno permesso di fare amicizia con persone di diverse nazionalità, che partecipano a progetti in diverse città e località dell’Austria. Da ognuna di queste esperienze ho imparato qualcosa di nuovo, che porterò sempre con me (compreso le parolacce in lingue diverse delle persone che ho conosciuto ahahah).

Insomma, è un’esperienza che rifarei altre cento, mille, un milione di volte, perché è una di quelle esperienze che, quando sarò più vecchio, racconterò ai miei figli e nipoti. Come si suol dire, è stata una “life changing experience”.
Ad oggi, novembre 2024, sono ancora a Linz. La ricerca della mia strada non è ancora conclusa, ma grazie a questa esperienza ho molti più spunti di riflessione rispetto a un anno fa, che costituiranno la base per costruire il mio futuro. Sono certo che, un giorno, ripensando ai miei giorni di volontariato, proverò un forte senso agrodolce di nostalgia, ma ne sarò sempre grato.

“La vita è un viaggio, e chi viaggia vive due volte”
– Omar Khayyam

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