Il volontariato di Marco: Una favola con immaginazione

 In SVE

Durante un incontro con le teste del consiglio comunale impegnate nel settore ecologico e/o culturale della città, uno tra loro ci ha domandato: “usate uno, due o tre aggettivi per descrivere questa esperienza a Bodrum”. Io ho risposto con wide, ampio. Ancora adesso risponderei nello stesso modo. Vedete, se pensiamo a noi stessi come un angolo, io prima di partire avevo una certa ampiezza. Riuscivo a vedere determinati colori, a parlare con determinate persone nella mia ampiezza, a ragionare con una visione di una determinata gradazione. Poi sono arrivato a Bodrum.

C’erano trenta persone intorno a me. Eterogenei i trascorsi, diverse le proiezioni dei nostri futuri. Abbiamo iniziato a lavorare insieme, a capirci, a collaborare. E più ci si avvicinava più le nostre ampiezze si completavano, fino a creare un angolo abbastanza ampio da essere chiamato cerchio. E all’interno di questo ci abbiamo messo di tutto: le nostre competenze, i nostri talenti, le nostre curiosità, creatività, criticità,  tutta la forza che avevamo, tutta la nostra spensieratezza. Ed è nata l’esperienza più significativa della mia vita, dove vedevo ogni cosa con curiosità, dove la Land Art non è stata solo uno strumento di espressione, ma è diventata un’opera di condivisione.

Abbiamo esplorato il bosco in cerca di rami, pranzato sulla sabbia con cibo misero ma davanti il mare, ci siamo buttati nell’acqua gelida di marzo e abbiamo tagliato, legato, incastrato un centinaio di pezzi che, infine, completassero il nostro Tentaculized Gigantic Cube!

Raccontare con un linguaggio più concreto questa esperienza sarebbe come scrivere una favola senza immaginazione. Dunque vi lascio l’immaginazione di questa esperienza. L’immaginazione di Bodrum, città costiera con una collina e dei mulini, quella dei 30 ragazzi che erano qui, artisti, fotografi, giornalisti, vagabondi, e l’immaginazione di ogni momento insieme, di ogni ho avuto un idea o di qualsiasi non sono d’accordo. E vi lascio pensare, infine, a quanto siano state magiche le serate fatte di giochi infantili e a quanto siano stati infiniti i tramonti soddisfatti di una vita piena.

Marco

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