L’esperienza ESC di Paola in Francia

 In SVE

La mia esperienza di volontariato presso l’Associazione Citrus è cominciata a partire da gennaio 2022 per un periodo di 8 mesi che si concluderà a fine agosto. Le ragioni che mi hanno portata a decidere di prestare servizio come volontaria per questa precisa associazione sono da attribuire ai progetti e ai valori che Citrus incarna e cerca di trasmettere alle persone che vivono questa realtà. 

Citrus è un’associazione non governativa che si occupa di educazione non formale sul territorio, organizza progetti rivolti ad adolescenti e giovani adulti provenienti da tutto il mondo. I progetti generalmente hanno luogo in estate e hanno una durata che varia dalle 2 alle 3 settimane. In questo periodo di tempo i partecipanti vengono ospitati dall’associazione, partecipando alle attività pedagogiche, manuali e alla vita collettiva e di comunità che questa realtà sostiene.

La finalità di ciascun progetto ha una doppia valenza; da una parte cerca di diffondere, grazie al contatto con le diverse culture dei partecipanti, uno spirito interculturale sul territorio, capace di aprirsi alla diversità. 

Dall’altra parte, aiuta i partecipanti a creare una rete di legami tra i paesi grazie alle relazioni instaurate, scardinando barriere sociali e mentali. 

I progetti che l’associazione accoglie e sui quali cerca di investire sono collegati ai principi della sostenibilità sia ambientale che sociale, ogni azione e attività prende in considerazione tali valori e cerca di promuoverli nelle piccole azioni quotidiane quali le relazioni tra le persone, la cucina locale e stagionale e utilizzo di materiali di riciclo per i lavori manuali, cercando di essere il più possibile autosufficienti. 

I progetti di Paola

I progetti di quest’anno che io stessa ho seguito come responsabile hanno toccato differenti tematiche. 

Il primo progetto che ha aperto la stagione primaverile è stato un progetto avviato a fine marzo e concluso nelle prime settimane di aprile il quale ha accolto sei partecipanti provenienti dalla Grecia e dalla Finlandia. La finalità era quella di costruire un teatro (palco e platea) in un’area del giardino appartenente all’associazione. In combinazione con le attività manuali di costruzione del teatro il progetto ha voluto riunire anche la parte artistica e creativa grazie alla realizzazione di uno spettacolo teatrale per concludere le settimane di attività. I laboratori di teatro sono stati curati da una giovane studentessa di sceneggiatura la quale ci ha seguito con molta dedizione, mostrandoci alcune tecniche importanti e basilari di teatro di espressione corporea.  Gli esercizi svolti ci hanno aiutato a metterci in contatto con il nostro corpo e con quello dell’altro, maturando maggiore consapevolezza dei nostri movimenti e sincronie. Queste attività sono state di fondamentale importanza per aprirci al gruppo, creando un ambiente di serenità, di apertura e di non giudizio. 

A fine aprile l’associazione ha ospitato un gruppo di adolescenti provenienti da Toulouse. In questa breve settimana di attività abbiamo lavorato insieme alla costruzione di un’area aromatica per l’associazione e alla ristrutturazione di alcuni mobili che erano stati, fino ad allora, inutilizzati. 

A maggio il team di Citrus si è concentrato sulla preparazione del giardino e dell’orto seguendo i principi della permacultura. In questo periodo abbiamo svolto molti lavori all’estero di ristrutturazione e di preparazione del luogo in vista dei progetti estivi. 

In questo periodo ho avuto anche la preziosa opportunità di partecipare a un corso formativo promosso dall’organizzazione Solidarites Jeunesses riguardante la creazione di video partecipativi in ambito educativo e sociale, fornendoci istruzioni e tecniche basilari per la loro realizzazione. 

Questo percorso è stato utile per me in vista anche del mio futuro professionale come educatrice o insegnante. 

A fine maggio i volontari di Citrus hanno partecipato alla formazione pre-estiva come animatori di workcamp nell’organizzazione Solidarites Jeunesses. In questi giorni di attività abbiamo avuto modo di confrontarci e di parlare dell’organizzazione dei progetti, nello specifico riguardo il ruolo dei volontari come responsabili e leader. Questa è stata un’esperienza molto utile per esercitarci e per entrare più nel concreto nell’ottica del progetto e della posizione occupata da ciascuno.

Alcune nozioni pratiche e organizzative sono risultate utili per i progetti svolti nel periodo estivo ma anche per un eventuale ottica lavorativa futura. 

Nel mese di giugno è iniziato il mio primo workcamp come responsabile. Il progetto ha avuto luogo in un paese vicino a Laguepie chiamato Milhars la cui finalità era quella di, da una parte rinnovare insieme alla popolazione locale la parte medievale del paese, dall’altro creare una relazione con la comunità locale, aiutandola a divenire attiva e aperta. La particolarità di questo progetto è stata proprio la stretta relazione che abbiamo creato con la popolazione locale, lavorando con loro, organizzando e partecipando agli eventi di entrambi e sostenendoci nella quotidianità. 

Altri progetti che l’associazione ha seguito nel mese di giugno a cui non ho avuto la possibilità di partecipare hanno toccato tematiche differenti quali, ad esempio un progetto finalizzato ad aiutare nella creazione di un centro ricreativo per un villaggio ecologico utilizzando materiali puramente naturali, ecocompatibili e sostenibili (nonché degradabili).

Un altro progetto è stato incentrato sul tema dell’industria tessile e sulla riflessione riguardo un modo più sostenibile ed ecologico di agire in tale ambito. 

Nei mesi di luglio e agosto Citrus ha accolto sulla sua sede diversi workcamp con adolescenti provenienti da diversi paesi.

La parte manuale che ha occupato parte delle giornate con i partecipanti è stata divisa in due principali progetti: il primo progetto è stato quello di costruire due muri di delimitazione, all’interno del terreno dell’associazione, per un’area di campeggio in vista dei prossimi e futuri progetti di Citrus. Il secondo progetto è stato un progetto di permacultura agricola dove si è costruito un orto seguendo i principi di tale tecnica. 

A tali attività si sono seguite tutte le attività pedagogiche; scoperta del territorio e delle diverse culture, discussioni riguardo la parità di genere etc… Inoltre, i partecipanti sono stati inclusi anche nella vita collettiva e di comunità dell’associazione, avendo giornalmente specifici obiettivi e mission da svolgere per il bene collettivo (cucinare, pulire i bagni, pulire i piatti dopo i pasti, annaffiare l’orto e nutrire le galline). 

L’ultimo workcamp di agosto che si concluderà a fine mese ospita un progetto tramite il patto europeo “Youth exchange” i cui partecipanti sono giovani adulti provenienti da Ucraina, Spagna, Italia e Francia. La finalità di tale progetto è quella di realizzare un podcast pensato e realizzato dai partecipanti riguardo specifiche tematiche di interesse personale che abbiano un collegamento con la realtà giovanile e attuale in cui i partecipanti sono inseriti. Tale progetto è stato sostenuto grazie anche alla collaborazione di una radio locale che segue i ragazzi dall’idea alla realizzazione, fornendo spunti, idee, materiali e strumenti di lavoro. 

La comunità locale, nei progetti estivi, è stata integrata grazie a diversi eventi organizzati e finalizzati alla partecipazione degli abitanti quali “International Dinner”, feste di benvenuto e di partenza. In alcune occasioni la popolazione locale è stata partecipe anche nella gestione dei progetti di lavoro durante le attività manuali (vedi progetto in Milhars) dove le persone hanno dato la loro disponibilità di tempo e di materiali nel sostegno al progetto. 

Le riflessioni di Paola

Ora che il progetto sta per concludersi posso riflettere in modo più consapevole riguardo ciò che ho imparato fino ad ora, sia a livello professionale ma soprattutto personale. Di questa esperienza però, ricorderò soprattutto le belle persone che ho incontrato durante il mio percorso, le quali mi hanno aiutata a crescere, aprirmi a nuovi modi di riflettere e di vedere il mondo, mi hanno anche spinta a mettermi in discussione, a reagire a modelli di pensare collettivi e universali che non sempre sono sinonimo di realizzazione personale o di sostenibilità sociale e ambientale. 

Aver conosciuto molte persone, provenienti da diversi paesi, conoscendo la loro storia e la loro cultura, scambiandoci pensieri e stili di vita è un’occasione speciale e unica di arricchimento personale che fa bene all’anima.  

A livello personale l’organizzazione di diversi progetti, diverse situazioni e persone mi hanno resa più flessibile e serena nell’accettare gli imprevisti. Vivere in collettività e lavorare in team mi hanno insegnato ad ascoltare gli altri e soprattutto ad esprimere meglio la mia opinione con più sicurezza e confidenza. Lavorare e vivere con tante e diverse persone mi ha aiutata a maturare soprattutto nel rispettare i modi di agire dell’altro ma soprattutto di reagire alle situazioni, nonostante in alcuni casi essi si possono discostare dal mio normale modo di comunicare e relazionarmi.

Alcune situazioni sono state per me una sfida, molte difficoltà e tante incomprensioni, che, nonostante tutto, ora vedo come occasioni di prova personale poiché mi sono vista affrontarle con una decisione e con una forza che non sapevo di avere. 

Dal punto di vista delle competenze più pratiche ho acquisito più sicurezza nell’organizzazione di un progetto educativo, nella gestione pratica legata a tali progetti (organizzazione finanziaria e logistica, accoglienza partecipanti nel luogo, programmazione attività, ruoli, calendario…) Il tutto ti porta ad essere più multitasking, imparando e facendo un po’ di tutto. Mi sono vista essere più intraprendente ed energica, cogliendo con maggiore entusiasmo e serenità sfide difficili in condizioni non sempre favorevoli. Questo è stata una conseguenza dell’accettare il percorso per quello che è, al di là delle aspettative personali ed altrui. 

Ho imparato a capire che lavorare all’aria aperta mi piace, stando a contatto con la natura e vivendo in modo più semplice ed ecologico. 

Le note negative di tale percorso riguardano maggiormente la scarsa organizzazione da parte dell’associazione. 

Nell’ organizzazione dei vari progetti mi sono trovata con poco tempo a disposizione e molte responsabilità e incomprensioni da gestire. Da una parte tutto ciò mi ha portata a reagire in modo diverso e a imparare nuove cose e a mettermi alla prova.  Dall’altro ho vissuto però  situazioni molto stressanti e stancanti. Un’altra nota negativa sulla quale ho avuto molto da discutere è stato il totale disequilibrio di mole di lavoro tra il periodo invernale (i primi mesi di volontariato) e il periodo estivo in cui il lavoro, a volte, è davvero molto. Nel periodo invernale sarebbe stato interessante partecipare a più formazioni e scambi e lavorare maggiormente con la comunità e con le associazioni locali, avendo un programma più strutturato e preciso in cui tali associazioni sono parte integrante del progetto e sono attive a collaborare.  I momenti di convivialità all’interno della comunità durante il periodo invernale sono stati pochi mentre sarebbe stato bello includere e far partecipare di più i giovani del luogo. 

L’ambiente di vita in cui ho vissuto per questi otto mesi è un ambiente che mi piace e mi piacerebbe ritrovare anche in Italia, ricco di iniziative sociali e culturali, aperto mentalmente a stili di vita e di pensare alternativi. Ritornando in Italia il mio obiettivo è quello di mantenere vivo questo ricordo e questi insegnamenti seguendo i principi e i valori vissuti fino ad ora, ricercando un modo diverso di vivere. 

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