
L’esperienza di volontariato di Nazareno nel magico mondo medievale
Immaginate di svegliarvi ogni mattina con il rumore delle scarpe consunte sul selciato, di sentire il richiamo del gallo e delle oche come se tutto quello attorno a voi altro non sia che una sorta di film d’avventura dal quale non vorreste più uscire. Immaginate ora di specchiarvi e di riflettere su ciò che state facendo e in quale tempo e vi ritroverete a dirvi “la mia mansione è fare lo scudiero medievale nel 2018 e ricaricare catapulte due volte al giorno e sparare contro il Mar Baltico”. Che figata!
Prima però un passo indietro…
Sono partito per la Danimarca per un progetto di volontariato europeo a fine aprile dell’anno scorso (2018) non conoscendo nulla di quello che dì lì a poco sarebbe stata la mia normalità: costruire oggetti col legno, aiutare cavalieri nelle giostre, spiegare ai visitatori meravigliati il perché fossimo vestiti in quel modo, con la lana e 36 gradi centigradi. Il mio progetto si svolgeva presso il centro Medievale di Nykøbing Falster in Danimarca.

Centro di ricerca e di intrattenimento, questo villaggio offre agli amanti della Storia e della rievocazione medievale un modo unico di vedere da vicino come (secondo le fonti che siamo riusciti a trovare) si viveva nel tardo medioevo, come si giostrava tra cavalieri, quali potevano essere le strategie da tenere in battaglia e così via. Situato in una delle zone più povere della Danimarca questo villaggio costituisce oggi una meravigliosa meta turistica per tutte quelle persone che, oltre alla solita Copenaghen, vogliono spingersi oltre. Si perché, nel bene e nel male, la Danimarca non è solo Copenaghen. Vivere in mezzo al nulla (la cittadina di Listrup conta più o meno una decina di abitazioni) non è stato facile e tuttavia ogni mattina da quella piccola città mi spostavo presso il villaggio medievale e tutto assumeva contorni fantastici. Ho avuto l’occasione di essere seguito da artigiani straordinari che mi hanno insegnato i rudimenti del lavorare il legno, il ferro, le corde, i vimini…

Ogni giorno gente diversa, da tutta Europa, con la quale discutere di qualsiasi cosa in una tranquillità disarmante e con le quali ho stretto amicizie e relazioni da mantenere negli anni futuri. Mi sono messo in gioco e all’inizio ho incontrato grandi difficoltà ma che, giorno dopo giorno, divennero sempre minori e si rilevarono come possibilità.
Spesso, nella bella Verona dove ho la fortuna di vivere e lavorare, mi scopro a riflettere su ciò che sono stati quei sei mesi, alla bellezza di quei posti, di quel lavoro e di come sono riuscito a trasformare me stesso grazie ad un’esperienza indimenticabile.
Ringrazio sentitamente l’associazione Joint per avermi accettato per questo progetto di volontariato europeo.
p.s. all’ultimo colloquio svolto nel mese di Dicembre (2018) alla domanda “ultima mansione lavorativa?” ho risposto orgogliosamente “ricaricatore di armi d’assedio e scudiero”, qualche giorno dopo ho firmato il mio primo indeterminato.
Nazareno