L’esperienza ESC di Sofia in Spagna

 In SVE

Nel 2022 arriva per me la possibilità di fare un’esperienza di volontariato all’estero. Colgo l’opportunità perché sento una reale necessità. Partire era quel desiderio tenuto nel cassetto da tempo. A 29 anni, dunque, decido di lasciare il lavoro in Italia per intraprendere un percorso del tutto inesplorato, portandomi in una città del nord della Spagna che conoscevo solo per sentito dire, perché è tappa importante del Cammino di Santiago: Burgos. 

Perché scelgo di dedicare un anno della mia vita trasferendomi a Burgos? Le ragioni che mi spingono a questo cambio di vita repentino sono tante, ma ne citerò solo una: riaccendere quella fiaccola interiore che muove la mia passione per i bambini. Dedicarmi a loro, oltre ad essere il mio lavoro, è la mia vocazione. 

E così mi candido per un progetto educativo alternativo che mi fa capitare all’interno di una scuola incredibile chiamata “Magea”. Si tratta di una scuola attiva che accoglie una trentina di bambini, di età compresa dai 3 ai 12 anni. La sua caratteristica principale, nonché la sua forza, è la pedagogia che si pratica: non segue solo un modello di riferimento ma è un’insieme di pedagogie fatte proprie dalle maestre della scuola e basate su relazioni trasversali.

In questi 6 mesi di vita fuori casa, Magea ha significato e significa tanto per me. Mi ha mostrato che con l’educazione, quella accompagnata dall’amore e dal rispetto, si può davvero fare la differenza nella vita di un bambino. E mentre succede questo, anche tu adulto vieni plasmato e inizi a cambiare, inizi a vedere le cose da prospettive diverse aprendo all’unisono mente e anima. A Magea le emozioni dei bambini prendono spazio, facendo della scuola la loro casa. 

Il mio percorso al suo interno è iniziato nel gruppo dei bambini piccoli, i Colibrì. Attraverso l’osservazione delle routine e dell’utilizzo dei materiali montessoriani, ho scoperto nuove pratiche educative proprie del metodo Montessori. O la pedagogia Waldorf, attraverso laboratori settimanali. Ma soprattutto, ho vissuto da vicino come si praticano la disciplina positiva e la comunicazione non violenta. 

L’espressione individuale del bambino è supportata e accompagnata durante tutte le fasi della giornata. Lo spazio esterno, il giardino e le varie uscite in natura, è sfruttato al massimo, perché il movimento libero e l’esplorazione autodiretta aiuta i bambini ad attivare la concentrazione, oltre che a stimolare la creatività. Ci si prende cura della natura e degli esseri viventi che la vivono, contribuendo a salvaguardare l’ambiente. Ascolto empatico, rispetto e tolleranza sono valori cardine della scuola. Si educa alla gentilezza fomentando l’assertività personale. La gestione emozionale del vissuto e dei conflitti che i bambini vivono tra di loro avviene attraverso assemblee partecipative, in cui si dà importanza alle necessità di ogni persona. Inoltre, si educa i bambini all’uso di un linguaggio inclusivo e non sessista. 

I bambini possono avvalersi di una biblioteca con letteratura infantile basata su vari sulla diversità, sulla non violenza e l’accompagnamento emozionale e di una palestra per la psicomotricità chiamata “Domo”, un edificio a forma di cupola realizzato attraverso la bioedilizia. 

Quello che c’è da scoprire a Magea è tanto… e per me è stata una fortuna essere capitata qui perché la realtà  ha superato di gran lunga le mie aspettative. È un’esperienza che mi sta arricchendo tanto a livello sia umano che professionale. Le mie colleghe sono preziose nell’accompagnarmi giorno dopo giorno e nel darmi fiducia nel lavoro con i bambini. Se prima mi limitavo ad osservare e a collaborare nella preparazione pratica di materiali e spazi, ora partecipo attivamente organizzando laboratori per loro, aiutandoli nella gestione dei loro momenti a scuola. 

In generale, non ho mai considerato la comunicazione linguistica un limite, anche se all’inizio del percorso ero alle prime armi con l’apprendimento della lingua spagnola. Strada facendo, ascoltando e assorbendo tutti gli stimoli che ricevevo, ho migliorato molto sia la comprensione che l’espressione orale e questo mi ha permesso di muovermi con più sicurezza, sia nella sede di volontariato che nella mia vita quotidiana. 

Vivendo a Burgos e stando a stretto contatto con la scuola ho conosciuto tante persone del posto, che arricchiscono notevolmente le mie giornate. Ho ripreso in mano tante passioni e hobby a cui prima non dedicavo più tempo. È una città a passo d’uomo, che dispone di tutto quello di cui avevo bisogno: bellezza a livello architettonico, natura a due passi da casa e tante opportunità di svago. 

Mi piace vivere qui perché il clima che si respira uscendo in strada è sempre gioioso, nonostante sia una città fredda nei mesi invernali (…e non solo!). I ritmi di vita sono tranquilli e ci si gode davvero il tempo quando ci si trova con amici e volontari per condividere momenti insieme. 

Grazie a questa esperienza, sto capendo anche cosa significa essere parte di un progetto a livello europeo, stando a contatto con persone di nazionalità diversa dalla mia. È bello poter condividere anche lo stesso tetto. 

Infine ma non per ultimo, la mia fortuna è stata anche incontrare un ente di coordinamento del progetto competente e vicino a me come persona. Non mi sono mai sentita lasciata a me stessa, anche e soprattutto per questo.

Lasciare l’Italia per vivere tutto questo, senza aspettarselo né preventivarlo, è stato un salto molto difficile…ma che rifarei sempre. 

Grazie Brujula Intercultural, grazie Magea e grazie Burgos per questa esperienza di vita indimenticabile!

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