Scambio internazionale “Time Travelers” a Berlino. L’esperienza di Elisa
A fine marzo un gruppo di 35 ragazzi provenienti da tutta Europa e da paesi più lontani, si sono trovati nella piccola località di Frankfurt Oder per lo scambio internazionale “Time Travelers”. Elisa Bortot è stata una dei suoi partecipanti e queste che seguono sono le sue impressioni.
Per dieci giorni abbiamo condiviso storie ed emozioni riguardanti le nostre vite e quelle delle nostre famiglie, facendo importanti riflessioni sui temi dell’immigrazione e della discriminazione. Le nazioni partecipanti sono state Italia, Germania, Polonia, Bosnia Erzegovina, Albania e Turchia; tutti paesi che storicamente non hanno certo avuto facili situazioni riguardo a queste delicate tematiche.
In questo contesto, tramite varie attività di gruppo, abbiamo avuto l’occasione di conoscerci, condividere pensieri, emozioni e riflettere su temi che altrimenti non avremmo avuto occasione di affrontare.
Tutto ciò è avvenuto in una piccola cittadina tedesca al confine con la Polonia dove tutt’oggi si percepisce un clima di tensione protrattosi negli anni. La visita di luoghi rilevanti alla tematica del progetto, in autonomia o sotto la guida esperta del capogruppo Eggert, a Berlino, hanno portato alla luce questioni che non sempre vengono affrontate e prese in considerazione nei libri di storia.Essere parte di questo scambio dove noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di raccontarci, di condividere il nostro punto di vista, di esprimerci riguardo a situazioni che abbiamo vissuto in passato e/o che viviamo tutt’oggi, è stato emozionante.
Un’esperienza unica che si può vivere solamente partecipando in prima persona ad uno scambio internazionale e che difficilmente coloro che non vi prendono parte possono capire. La complicità e il clima di amicizia che si può creare tra persone diverse per lingua, storia, tradizione, cultura e religione è qualcosa di straordinario.L’intento dell’Unione Europea di promuovere la “conoscenza degli altri”, attraverso questi scambi giovanili, superando barriere mentali come stereotipi, avversioni e razzismo, favorendo la collaborazione tramite un’educazione non formale, riesce perfettamente.
Dieci giorni sono un periodo relativamente breve, ma quello che uno scambio di questo tipo lascia in ognuno dei partecipanti dura per sempre e non solo. Tutto viene poi anche trasmesso ad amici e conoscenti, sviluppando una rete di nuove consapevolezze e sensibilità che rende tutti più uniti ed europei.
Elisa Bortot