Perchè uno SVE è meglio di fare il cameriere a Londra? I vantaggi del Volontariato Europeo

 In Curiosità, SVE

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I gloriosi anni ottanta erano alle porte, Guccini cantava Eskimo, London Calling era più diffusa dell’ultima di Giusy Ferreri, e tutti volevano andare a Londra, chi per farsi di LSD, chi per dire che c’era stato e aveva fatto il cameriere, chi semplicemente si era innamorato di una ragazza e non riusciva proprio a smettere. A quei tempi, si narra, Londra era quel che negli anni novanta sarebbe diventata Berlino, quello che negli anni sessanta era stata Parigi. Il mondo di tendenza era lì, mentre Milano era solo da bere, Londra era un’esperienza sociale, umana ed artistica.

Bene, detto questo, senza averlo nemmeno vissuto ma rifacendosi arrogantemente e prepotentemente alla famosa nostalgia di epoche mai vissute, notiamo con stupore che oggi, come allora, c’è ancora chi adora questo mito inglese. Forse la spinta professionale è più forte, ormai ci sono interi quartieri di italiani nella capitale del Regno, forse sarà la voglia di vivere qualcosa che tuo padre fece all’epoca. Insomma, la mania prosegue, senza però grandi giustificazioni. Che fare per fermare questo scempio vetero-pop, troppo moderno per essere post-moderno, troppo scarno oggi, dove Londra è ormai famosa per le ragazze ubriache sdraiate in fila sul marciapiede e per la finanza? Che fare, si, fare uno SVE!

Hai da sempre sognato di passare mesi da bohème nella tua vita? Bere, andare alla ricerca di sesso occasionale ma romantico girando per locali come se non ci fosse un domani, che per giunta in Italia per noi giovani non c’è davvero, un domani. Hai mai considerato che scegliere di fare il cameriere a Londra potrebbe svalutare il tuo sogno? Consideralo, perché poi potrebbe essere troppo tardi.

Potresti tornare e dire “sono stato a Londra a fare il cameriere” e non riscuotere alcun successo tra il tuo pubblico. Brutta come prospettiva vero? Ma esiste una soluzione. Fai uno SVE da qualche parte, in un campo di tuo interesse, in un paese che ti incuriosisce, vedrai. Per esempio, tornare dagli amici, o prima di partire, e dire qualcosa come “Vado in Olanda a fare il volontario per un progetto di agricoltura sostenibile”, “Sono stato in Ungheria e supportavo la comunicazione web di una Onlus”, “Vado in Brasile per un progetto di commercio equo-solidale”. Immaginate, forza, e pensate a quanto è superiore al classico, al arcaico, al ancestrale, al superato massivamente “vado a Londra a fare il cameriere”. Consocerete un paese che la maggior parte della gente non conosce, avrete vissuto cose che ancora non sono entrate nell’immaginario collettivo, quindi non stordite, tipo un festival di Palinka, se non sapete cos’è, andatevelo a cercare. Il vero Bohème oggi deve fare questo, andare in un posto sperduto, non Parigi o Barcello, consumati ormai immaginariamente, ma per esempio la Polonia, per dire! Cèline scelse una periferie francese e Detroit, Hemingway la più calda e allora nuova Cuba. C’è chi scappa negli USA, un buon usato si potrebbe dire, oppure va in Russia, dove la cosa è sfidante sul serio. Insomma, inventatevela voi un’esperienza, e lasciate le mode, perché, le mode, come disse De André, passano, De André resta. Piuttosto ascoltate i Talking Heads che se lo chiesero con “This must be the place” quale doveva essere il luogo per una vita autentica e chiedetevelo anche voi.

Beh se questo pezzo non vi ha aiutato, potete andare a Londra a portare i piatti di qualche ristoratore italiano. Se invece vi ha aiutato, allora, state per fare qualcosa di grandioso!

Italo Angelo Petrone

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