Group leader si diventa!
Cartelloni, pennarelli e idee. Con questi pochi ingredienti e una buona dose di entusiasmo lo scorso weekend abbiamo iniziato il corso di formazione per group leader di scambi internazionali, all’interno del programma Erasmus Plus.
Piazzale Corvetto ore 9.30: il ritrovo è sotto un sole già caldissimo che ci costringe a camminare all’ombra per raggiungere la Casa per la Pace, lo spazio che ci ospiterà per questi due giorni di lavoro. Siamo quindici: molti di noi non si sono mai visti e alcuni si conoscono solo da un paio di giorni. Così iniziamo con qualche gioco per rompere il ghiaccio, imparare i nomi e raccontare qualcosa di noi: Elisabetta ha otto fratelli e Andrea è appassionato di street art, Giulia insegna inglese e Fabiano ha camminato sui tizzoni ardenti, Giorgio ha vissuto in Venezuela e Federico colleziona scambi internazionali… lentamente a ogni volto si associano esperienze ed emergono le motivazioni che ci hanno portato a seguire un corso di formazione in un assolato weekend di giugno.
Cos’è l’apprendimento non formale? Cosa vuol dire partecipare a uno scambio? E se ti dico “energizer”, tu a cosa pensi? Abbiamo un sacco di domande e le risposte arrivano un po’ alla volta o meglio, ce le conquistiamo attività dopo attività, fedeli all’idea cardine dell’educazione non formale: si impara facendo e condividendo esperienze tra pari. In questo modo, un gioco di carte apparentemente innocuo e banale diventa lo spunto per riflettere sulle regole implicite che ogni cultura porta con sé e che talvolta siamo costretti a rispettare o che invece ci troviamo ad imporre, senza nemmeno esserne coscienti.
Ogni attività nasconde un’abilità da acquisire e tra le tante ci colpisce soprattutto quella dell’ascolto attivo: saper ascoltare l’altro senza prevaricarlo e senza influenzarlo con i nostri commenti, lasciare emergere il problema che ci vuole raccontare, facendo domande utili ma non invadenti, che lo portino al conseguimento autonomo di una risposta. Il compito non è affatto facile così, dopo un esperimento di ascolto attivo, ci meritiamo un aperitivo e abbandoniamo Corvetto per raggiungere il Mom di Porta Romana. Siamo ancora immersi nelle attività del corso e così anche le domande alla cameriera sul cocktail da scegliere, suonano come esercizi di ascolto attivo.
La mattina dopo ci risiamo: stesso posto, stessa ora, solo qualche occhiaia in più. Ci scaldiamo con una serie di energizer in cui urliamo nomi e lanciamo palline per la stanza, reinventiamo il gioco della sedia e a quel punto siamo pronti per ricominciare. Ci aspetta una parte teorica sulla scala della partecipazione e il mansionario del leader e nel pomeriggio, al parco, è il momento di mettere in pratica quello che abbiamo imparato. Divisi in gruppi organizziamo tre attività tipiche di uno scambio e, tra le grigliate e le partite di calcio del parco, ci ritagliamo uno spazio per improvvisare il nostro scambio internazionale in miniatura: un’attività di team building, un energizer e un get to know each other. Visti da fuori: mimiamo città italiane, strusciamo la schiena contro tronchi d’albero e urliamo i nostri nomi nascosti dietro un telo verde. Visti da dentro: tutto regolare, è uno scambio internazionale.