Vacanze alternative: scambio internazionale in Romania

 In Scambi culturali

Quest’estate, per la prima volta, ho deciso di cambiare la meta delle mie “vacanze”. Navigando casualmente su internet ho letto di uno scambio che l’Associazione Joint organizzava a Galati, una città sul Danubio nel sud-est della Romania dal 2 al 10 agosto.

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Il periodo era perfetto per me, in quanto coincideva con le mie settimane di ferie. Nonostante all’inizio fossi un po’ scettica sulla meta, decisi ugualmente di provare e senza esagerazione posso ancora oggi affermare che è stata un’esperienza meravigliosa, una delle più belle della mia vita. Il clima è stato fin da subito molto accogliente ed aperto. Doina e Simona, le team leader dell’organizzazione ospitante sono venute a recuperarci alla fermata dell’autobus e da lì la nostra esperienza è cominciata.

Lo scambio culturale il cui nome è “Different Culture – Young People Connected” ha visto la partecipazione di cinque gruppi di ragazzi provenienti da cinque diversi Paesi europei. Il team rumeno è stato affiancato nella realizzazione del progetto dal team italiano composto da me, Giorgio, Federica e Federico, un gruppo francese, uno portoghese, uno greco ed un gruppo turco.

Il progetto è stato finalizzato alla promozione di una maggiore cittadinanza globale attraverso azioni e gesti quotidiani che possano incentivare l’inclusione sociale e ridurre le distanze in un’Europa un po’ frammentata, partendo dai giovani, la cellula più ricettiva della nostra società.

Nei vari giorni dello scambio abbiamo realizzato, tutti insieme, attività di vario tipo che avessero come tema fondante l’inclusione sociale: abbiamo inventato storie con degli origami, condiviso pezzi della nostra cultura in piccole scenette teatrali, ci siamo raccontati attraverso gesti, storielle, ed “energizer”.

Inoltre ogni gruppo a turno ha organizzato un aperitivo con cibi e bevande tipiche del proprio Paese, accompagnato da un video o da una canzone che introducesse il paese di provenienza per far conoscere la propria cultura agli altri. Un modo per ridurre le distanze ma godendo delle differenze.

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Durante i dieci giorni abbiamo inoltre visitato un centro per rifugiati dove abbiamo avuto la possibilità di ascoltare il drammatico racconto di alcuni profughi siriani, scappati dalla guerra e arrivati in Romania, ed un orfanotrofio dove abbiamo condiviso alcuni momenti di gioco con i bambini del posto.

L’esperienza è stata un utile strumento di crescita e un mezzo per poter andare “al di la del mio giardino”. Infatti, nonostante non ci fosse il mare, si mangiasse pollo ogni giorno (pranzo e cena!!!) e il caldo fosse asfissiante, quando rientrando a casa gli amici, tornati da non so quale “favolosa” vacanza a Ibiza, Formentera o Mykonos, mi hanno chiesto come fosse andata, non ho saputo trovare le parole per trasmetter loro quanto sia rimasta incantata da questa sperduta cittadina rumena e da tutto il calore che ho ricevuto in soli dieci giorni.

 

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