Elisa, il Perù e un meraviglioso cambio di prospettiva – Esperienza SVE

 In SVE

Elisa è in Perù.
Elisa è in Perù grazie al Servizio Volontario Europeo ed al progetto Co.Med.Y. – Community Mediation for Youth, coordinato da P.E.CO Progetti Europei di Cooperazione (Genova).
Elisa ci ha scritto per raccontarci l’inizio della sua esperienza attraverso la strana sensazione “di sentirsi alti”.

La strana sensazione di sentirsi alti

Criticherete il titolo di questo articolo, vi sembrerà una presa in giro nei confronti di un popolo, di norma, non proprio alto. Eppure, sebbene il mio metro e sessanta ( per fortuna in comune adorano le cifre tonde) mi fa rientrare nella fascia di popolazione di altezza medio/alta , non è di misure che voglio parlarvi, bensì di prospettiva.

Di fatto, posso guardarvi dall’alto, me lo permettono i 3200 metri di altitudine della cittadina di Huamachucoesperienza sve, dove vivo. Spesso mi manca l’aria, rimango senza fiato, e non a causa dell’altitudine, ma per il meraviglioso spettacolo delle montagne andine.
Soprattutto quando, schiacciati in un pulmino simil-volkswagen, con i miei compagni percorriamo le strade alla scoperta di questo meraviglioso paese, il Perù.

Posso guardare attraverso la curiosità delle donne andine, in modalità down under: da sotto quel grosso sombrero che sembra quasi un rifugio. Ci chiamano “ gringuitos”, d’altronde lo straniero è colui che viene da fuori, distinguerne la provenienza sarebbe una perdita di tempo.
Posso guardare questa esperienza dall’alto della mia ultima età, i trenta, e mi accorgo che la prospettiva cambia. Inspiegabilmente ho molta più energia di quando di anni ne avevo 20, sarà che il mondo è grande e a me è venuta voglia di correre.
Con uno sguardo più attento, vigile, irrimediabilmente più severo, approccio questa esperienza… arrivata al momento giusto.
Posso “guardare” attraverso le testimonianze dei sopravvissuti alla violenza interna, gli anni del terrorismo non sono poi così lontani e lo si percepisce; ma non parlerò di dati, non criticherò governi. Oggi parliamo di sensazioni e mi accorgo di essermi affezionata a questa storia, che non è la mia, più di quanto potessi prevedere.

In un modo sempre più individualista oggi mi trovo a condividere questa esperienza non solo con la popolazione locale, ma anche con altri giovani volontari. Una condivisione a 360 gradi: spazi, attività e pulci.

Qui tutto sa di tradizione: la pittura rupestre, le storie degli antenati, le rovine di una popolazione antica forte, egemone. Ed è coinvolgente, entra dentro in maniera invadente: mi è venuta voglia di preparare il pesto con il mortaio! a me, che della politica “veloce ed indolore” ne ho fatto uno stile di vita.
Ho anche provato, non proprio elegantemente, ad avvicinarmi alla cultura locale attraverso il ballo. Non è salsa, non è mereghe: gli amanti dei balli latini resteranno un po’ delusi perché il “ guaino” assomiglia più alla nostrana tarantella, imitando i passi della vita contadina.

Io , al momento, sono in fase “sperimentale”, i locali mi guardano curiosi, perplessi e divertiti.

Che dire.. ragazzi partite! Date un’occhiata a ciò che c’è fuori, ne vale davvero la pena.
Non mi resta che ringraziare P.E.CO., ma soprattutto Martina, per la possibilità che mi ha dato… hasta luego!!!

Elisa

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